-365 Days

Vi prenderò per mano e vi condurrò alla fine della vostra esistenza in autocoscienza contemplata da un lucido, spietato e sereno cammino verso l'ultimazione. Non un atto di disperazione o codardia ma di serena e libera accettazione delle leggi del mondo. L'esistenza è un fardello del cui peso non ne siete consapevoli perché non l'avete desiderata ma vi è stata imposta e stoicamente cercate di onorarla. Il vento che sospinge la vostra anima negata sta per estinguersi. Ella ancora si affanna in un contorto processo di persuasione che si avvinghia come serpe offesa attorno al giunco sempre più indebolito del vostro alibi. Non cederà mai,siatene certi , perché la vanità tocca il fondo della voragine di cui l'uomo stesso non ne vede la fine. Destatevi dunque dal torpore del malato che non vuole capire la vera natura del proprio male. Vogliate purificarvi scolpendovi nella grezza roccia che di malinconica sostanza essa è composta. Uscirete dal nulla per diventare il nulla ma con un atto di assoluta autoaffermazione, respirando con -365 gli unici atomi di autentica consapevolezza che progressivamente vi saranno concessi ... uno ad uno ... fino alla 'fine'.

  • Piove tanto, tanto. La mia anima è umida a forza di sentirla. […] Indolentemente,lamentosamente, la pioggia batte contro la vetrata. Una mano fredda mi stringe la gola e non mi fa respirare la vita.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Inodori fiori di plastica, che scoloriscono sulle tombe: paura di tornare a prendersene cura, o speranza che il nostro omaggio sia, come la morte, indifferente al tempo?

    Thanks to Allegra Geller

    Non ho niente nel mio passato che ricordi con l’inutile desiderio di ripeterlo. Non sono stato altro che un vestigio e un simulacro di me stesso. Il mio passato è tutto quanto non sono riuscito ad essere.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Bisogna compiangere il neonato che va verso tanti mali, rallegrarci invece per colui che muore e depone i suoi affanni, dire parole di buon augurio nello scortarlo alle dimore di Ade.

    (Euripide)

    La morte non è male: perché libera l'uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desiderii. La vecchiezza è male sommo: perché priva l'uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza.

    (Giacomo Leopardi)

    Le quattro pareti della mia misera stanza sono per me, allo stesso tempo, prigione e distanza, letto e bara. Le mie ore più felici sono quelle in cui non penso a nulla, non ho desiderio di nulla, e in cui non sogno neppure, perso in un torpore da vegetale anomalo, da mero muschio che cresce sulla superficie della vita. Assaporo senza amarezza l’assurda coscienza di non essere nulla, in cui pregusto la morte e il dissolvimento.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Si riduce tutto alla morte. Voglio dire, stiamo morendo. È una carneficina (...). Che stiamo facendo, moriamo? È delizioso, è bellissimo, è favoloso. (...). La forza motrice, la roba in cui viviamo, si decompone. E le cose in decomposizione sono coloratissime, è incredibile, a qualsiasi livello. E stiamo morendo. Non ha senso.

    (Damien Steven Hirst)

    Io sono lo Spirito che sempre nega. E a ragione; perché tutto ciò che ha un’origine merita d’aver fine. Il meglio, quindi sarebbe che nulla avesse origine.

    (Mefistofele - Faust)

    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Così li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti.

    (Cerase Pavese)

    Malak al-mawt

    Si è e si resta schiavi finchè non si è guariti dalla mania di sperare.

    (E. Cioran)

    "Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino".

    (Apocalisse Giovanni Evangelista)

    C'è in me una nostalgia di qualcosa che non esiste nella vita e nemmeno nella morte, un desiderio che su questa terra niente appaga, fuorché, in certi momenti, la musica, quando evoca le lacerazioni di un altro mondo

    (E. Cioran)

    Mi si apre un abisso nell'anima e un soffio freddo dell'ora di Dio mi sfiora il volto livido. Il tempo! Il passato! [...] Ciò che sono stato e non sarò mai più! Ciò che ho avuto, e non riavrò!

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Tutto è vuoto, anche nell’idea stessa di cosa esso sia. Tutto questo viene detto in un’altra lingua, per noi incomprensibile, semplici suoni di sillabe senza alcun senso. La vita è vuota,l’anima è vuota, il mondo è vuoto. Tutti gli dèi muoiono di una morte più grande della morte. Tutto è più vuoto del vacuo. È tutto un caos di niente

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Nascere, crescere e morire, ecco la fatalità che ci guida. Non marciare verso il definitivo è un rifiutarsi all’evoluzione, alla morte. Tutto si incammina verso la catastrofe! Bisogna dunque avere il coraggio di superarsi fino alla morte, e l’entusiasmo, il fervore, l’intensità, l’estasi, sono tutte aspirazioni alla perfezione, cioè alla consumazione”.

    (U.Boccioni)

    La vita mi è sempre parsa enigmatica e insignificante, profonda e irreale; un nulla che invita allo stupore.

    (E. Cioran)

    “All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?”

    (Ugo Foscolo)

    Forse, spiritualmente, sono nato in una corta giornata invernale. La notte è scesa presto sul mio essere. Solo in frustrazione e abbandono posso realizzare la mia vita.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Desidero partire – non per le Indie impossibili, o per le grandi isole a Sud di tutto, ma per qualsiasi luogo, villaggio o eremo, – che abbia in sé il non essere questo luogo. Voglio non vedere più questi volti, queste abitudini e questi giorni.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Verrà, comunque, forse un giorno in cui saremo tanto avanzati, così illuminati, da poter osservare con indifferenza lo spettacolo brutale, cinico, crudele, che ci propone l'esistenza. Allora avremo disinnescato gli strumenti inferiori ed inattendibili di pensiero detti sentimenti, divenuti superflui e nocivi per la maturazione dello strumento di giudizio.

    (August Strindberg)

    Un semplice cioccolatino mi sconquassa i nervi per l’eccesso di ricordi che li fa vibrare. L’Infanzia! [..] Mi vengono le lacrime agli occhi e, insieme al sapore di cioccolato, si mescola al mio sapore la mia felicità passata, la mia infanzia che se n’è andata, e appartengo voluttuosamente alla soavità del mio dolore.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Ha una sua solitudine lo spazio,solitudine il maree solitudine la morte – eppure tutte queste son folla in confronto a quel punto più profondo, segretezza polare,che è un’anima al cospetto di se stessa:infinità finita

    (Emily Dickinson)

    Cos’è il desiderio di gloria negli uomini, a bordo di questa terra che naviga nello spazio infinito dov’essa naufragherà un giorno? Mi sembra di vedere a bordo di un grande vascello destinato al naufragio, o piuttosto il cui naufragio è continuo e già iniziato, numerosi passeggeri dei quali non uno arriverà, e i cui primi morti hanno il desiderio insensato di occupare la memoria dei sopravvissuti, di coloro che presto spariranno e s’inabisseranno a loro volta.

    (Charles Augustin de Sainte-Beuve)

    Guardo, come in una distesa al sole che irrompe fra le nuvole, la mia vita passata; e noto, con uno spasimo metafisico, che tutti i miei gesti più sicuri, le mie idee più chiare, e i miei propositi più logici, in fondo, non sono stati che una ubriacatura innata, una follia naturale, una immensa ignoranza. Non mi sono neppure recitato. Sono stato recitato. Sono stato, non l’attore, ma i suoi gesti.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Seduto alla finestra, contemplo con i sensi questo niente della vita universale che è là fuori. L’ora si armonizza in una sensazione inquieta, dall’invisibilità visibile di tutto fino al legno vagamente rugoso, perché la vecchia vernice del parapetto biancheggiante si è screpolata, su cui si appoggia di lato la mia mano sinistra aperta.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Pensavo vagamente di sopprimermi, per annientare almeno una di queste esistenze superflue. Ma la mia stessa morte sarebbe stata di troppo. Di troppo il mio cadavere, il mio sangue su quei ciottoli, tra quelle piante, in fondo a quel giardino sorridente. E la carne corrosa sarebbe stata di troppo nella terra che l'avrebbe ricevuta, e le mie ossa, infine, ripulite, scorticate, nette e pulite come denti, sarebbero state anch'esse di troppo: io ero di troppo per l'eternità".

    (Jean-Paul Sartre)

    Siamo la morte. Ciò che consideriamo vita, è il sonno della vita reale, la morte di quello che siamo davvero. I morti nascono, non muoiono. Per noi, i mondi sono al contrario. Quando pensiamo di vivere, siamo morti: viviamo quando siamo moribondi.".

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    In quale lordume, in quale pestilenza lo spirito è venuto ad abitare! Questo corpo di cui ogni poro secerne tanto fetore da ammorbare lo spazio non è che una massa di rifiuti attraversata da un sangue appena meno ignobile, non è che un tumore che sfigura la geometria del globo. Ripugnanza soprannaturale! Nessuno mi si avvicina senza rivelarmi involontariamente lo stadio della sua putrefazione, il livido destino che incombe su di lui.".

    (Emil Cioran, La tentazione di esistere)

    Cosa è l’ideale se non la confessione che la vita non serve? Cosa è l’arte se non la negazione della vita? Una statua è un corpo morto, scolpito per fissare la morte in materia incorruttibile. Il piacere stesso che sembra tanto un’immersione nella vita, è piuttosto un’immersione in noi stessi, una distruzione delle relazioni tra noi e la vita, una agitata ombra della morte..".

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Fammi conoscere, Signore, la mia fine, quale sia la misura dei miei giorni, e saprò quanto fragile io sono». Ecco, di pochi palmi hai fatto i miei giorni, è un nulla per te la durata della mia vita. Sì, è solo un soffio (hebel) ogni uomo che vive. Sì, è come un’ombra l’uomo che passa. Sì, come un soffio (hebel) si affanna, accumula e non sa chi raccolga.

    (Qoelet)

    Anche io, distante dai cammini di me stesso, cieco della vista della vita che amo […], alla fine sono arrivato al vuoto estremo delle cose, sull’orlo imponderabile del confine delle entità, alla porta senza luogo dell’abisso astratto del Mondo.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Richiamarsi senza tregua a un mondo in cui nulla ancora si abbassava a sorgere, in cui si presentiva la coscienza senza desiderarla, in cui, sprofondati nel virtuale, si gioiva della pienezza vacua di un io anteriore all'io... Non essere nato: al solo pensarci, che felicità, che libertà, che spazio!

    (Emil Cioran, La tentazione di esistere)

    Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni, e versa, abbracciando l'intero giro dell'orizzonte, un giorno nero più triste della notte [..] E lunghi trasporti funebri, senza tamburi né bande, sfilano lentamente nella mia anima; vinta, la Speranza piange; e l'atroce Angoscia, dispotica, pianta sul mio cranio chinato il suo nero vessillo.

    (Charles Baudelaire - Spleen)

    ... e comunque quando sono morto mi sono accorto che fino a quel punto non mi era successo niente. La vita è solo paglia che brucia..

    (Franco Arminio - Cartoline dai morti)

    Sento sensazioni strane, tutte fredde. Ora, mi pare che il paesaggio essenziale sia la bruma e che le case siano la bruma che lo avvolge. Una specie di pre-nevrosi di ciò che sarò quando non sarò più mi raggela corpo e anima. Una sorta di ricordo della mia morte futura mi fa rabbrividire dentro. In una nebbia d’intuizione mi sento materia morta, caduto nella pioggia, tra i gemiti del vento. E il freddo di ciò che non sentirò morde il cuore attuale.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Questo hanno scolpito sulla mia lapide:

    “La vita gli fu benevola, e gli elementi in lui sì mescolati da consentire alla natura d’elevarsi e dire al mondo intero: Ecco un uomo”.

    Quanti mi conoscevano sorridono A questa retorica vuota. Così doveva essere il mio epitaffio:

    “La vita non gli fu benevola, E gli elementi in lui sì mescolati da fargli ingaggiar battaglia con la vita e restarne ucciso”.

    In vita non seppi tenere testa alle lingue biforcute; e ora che son morto devo sottostare a un epitaffio scolpito da un idiota.

    (Edgar Lee Masters - Spoon River)

    Il tempo puro, il tempo decantato, svuotato di eventi, di esseri e di cose, si manifesta solo in certi momenti della notte, quando lo senti procedere con l'unico scopo di trascinarti verso una catastrofe esemplare.

    (Emil Cioran, La tentazione di esistere)

    Stanco, chiudo le imposte delle mie finestre, escludo il mondo e per un momento ho la libertà. Domani tornerò ad essere schiavo; però adesso, da solo, senza bisogno di nessuno, timoroso soltanto che una voce o una presenza venga ad interrompermi, ho la mia piccola libertà, i miei momenti di excelsis.Sulla sedia dove mi sdraio, dimentico la vita che mi opprime. Mi duole solo che mi abbia fatto male.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Non esiste nostalgia più dolorosa di quella delle cose che non sono mai state. Quando penso al passato che ho avuto nel tempo reale, quando piango sul cadavere della vita della mia infanzia andata... quello che provo non raggiunge il fervore doloroso e fremente con cui piango il fatto che non siano reali le umili figure dei miei sogni,.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Ho come il dovere di sognare sempre, dato che, non essendo e non volendo essere altro che uno spettatore di me stesso, devo avere il migliore spettacolo possibile. Così costruisco per me con oro e seta, in sale immaginarie, un palco falso, uno scenario antico, sogno creato fra tenui giochi di luce e musiche invisibili

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Come sarebbe stato possibile, come avrebbe potuto il mondo durare più di me, dato che non ero io perduto in lui, ma era lui racchiuso in me, in me che era ben lontano dal colmare, in me dove, sentendovi spazio per ammassarvi tanti altri tesori, gettavo sdegnosamente in un angolo cielo, mare e scogliere.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Ho assistito, inconsapevole, al graduale sfinimento della mia vita, al lento abbattimento di quanto ho voluto essere. Posso affermare, con quella verità la cui morte è evidente anche senza corone di fiori, che non c’è cosa che abbia desiderato o in cui abbia riposto, anche solo per un momento, il sogno di quel momento, che non mi si sia polverizzata dalle finestre come una zolla di terra caduta da un vaso di un piano alto.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Ciò che dà alla tragedia il suo particolare slancio verso l’alto è il sorgere della convinzione che il mondo, che la vita non ci possano dare nessuna vera soddisfazione, e che perciò non meritino il nostro attaccamento: in ciò consiste lo spirito tragico, il quale conduce alla rassegnazione..

    (Friedrich Nietzsche - La nascita della tragedia)

    La Decadenza è la perdita totale dell’incoscienza; perché l’incoscienza è il fondamento della vita. Il cuore, se potesse pensare, si fermerebbe.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Potenze del cielo, aiutatemi a non dissolvermi, non lasciate che scompaia sotto i miei occhi, fate che non debba assistere da spettatore alla mia rovina, ma che invece possa combatterla, o altrimenti assumerla interamente, correrle incontro senza rimpianti.

    (Emil Cioran, La tentazione di esistere)

    Avete mai provato la bestiale e stupefacente soddisfazione di guardarvi in uno specchio dopo innumerevoli notti bianche? Avete mai subìto la tortura dell'insonnia, quando si avverte ogni istante della notte, quando esistete solo voi al mondo, e il vostro dramma diventa il più importante della storia, di una storia ormai svuotata di senso, e che neppure più esiste, giacché sentite levarsi in voi le fiamme più spaventose, e la vostra esistenza vi appare come unica e sola in un mondo nato soltanto per portare a termine la vostra agonia – avete conosciuto questi innumerevoli momenti, infiniti come la sofferenza, per vedere poi riflessa, quando vi guardate, l'immagine del grottesco?.

    (Emil Cioran, Al culmine della disperazione)

    Non mi sono mai preso per un essere. Un non-cittadino, un emarginato, una nullità assoluta che esiste solo per via dell'eccesso, della sovrabbondanza del suo nulla.

    (Emil Cioran, Al culmine della disperazione)

    Arrivato ai miei ultimi giorni, e spinto verso la follia dalle atroci bana­lità dell'esistenza che scavano come gocce d'acqua distillate dai tortu­ratori sul corpo della vittima, cercai la salvezza nel meraviglioso rifu­gio del sonno. Nei sogni trovai un poco della bellezza che avevo inva­no cercato nella vita e m'immersi in antichi giardini e boschi incanta­ti. Una volta che il vento era particolarmente dolce e profumato sentii il richiamo del sud e salpai languido, senza meta, sotto costellazioni ignote.

    (Howard Phillips Lovecraft )

    Ogni conoscenza spinta sino in fondo è pericolosa e malsana, dato che la vita è sopportabile esclusivamente perché non si va sino in fondo. Una impresa è possibile soltanto quando si abbia un minimo di illusioni, altrimenti non è possibile ... La lucidità totale equivale al nulla.

    (Emil Cioran, Al culmine della disperazione)

    Un'idea, un essere, qualsiasi cosa si incarni perde il suo volto, tende al grottesco. Frustrazione del compimento. Non evadere mai dal possibile, lasciarsi andare, da eterno velleitario, dimenticare di nascere.

    (Emil Cioran, Al culmine della disperazione)

    La bestialità della vita mi ha calpestato e schiacciato, mi ha tagliato le ali in pieno volo e derubato di tutte le gioie cui avevo diritto.

    (Emil Cioran, Al culmine della disperazione)

    In fondo ci siamo soltanto Lui e io. Però il suo silenzio ci invalida entrambi. Può anche darsi che non sia mai esistito niente. Posso morire con la coscienza tranquilla, perché da Lui non mi aspetto più niente. Il nostro incontro ha aumentato il nostro isolamento. Ogni esistenza è una prova supplementare del nulla di Dio.

    (Emil Cioran, Al culmine della disperazione)

    La nostra piccolezza, la nostra insignificanza e natura mortale, mia e vostra, la cosa a cui per tutto il tempo cerchiamo di non pensare direttamente, che siamo minuscoli e alla mercè di grandi forze e che il tempo passa incessantemente, e che ogni giorno abbiamo perso un altro giorno che non tornerà più e la nostra infanzia è finita e con lei l’adolescenza e il vigore della gioventù e presto l’età adulta, che tutto quello che vediamo intorno a noi non fa che decadere ed andarsene, tutto se ne va e anche noi, anch’io, da come sono sfrecciati via questi quarantadue anni tra non molto me ne andrò anch’io, chi mai avrebbe pensato che esistesse un modo più veritiero di dire “morire”, “andarsene”, il solo suono mi fa sentire come mi sento al crepuscolo di una domenica d’inverno”.

    (David Foster Wallace, Il re pallido)

    Non sarei capace di pensare, di sentire, di volere. E continuo a passeggiare, ad andare avanti, a vagare. Niente nei miei movimenti svela all’osservatore lo stato di abulia in cui mi ritrovo. E questo stato di assenza di anima, che sarebbe comodo e di sollievo, per una persona allettata o coricata, è singolarmente scomodo, perfino doloroso, in un uomo che sta camminando per strada. È la sensazione di un’ebbrezza da inerzia, di una sbornia senza allegria, né in sé, né per ciò che causa. È una malattia che non ha speranza di convalescenza. È una morte alacre.

    (Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine)

    Il sentimento di solitudine cosmica deriva non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere.

    (Emil Cioran, Al culmine della disperazione)

    Tutto è nulla al mondo, anche la mia disperazione, della quale ogni uomo anche savio, ma più tranquillo, ed io stesso certamente in un’ora più quieta conoscerò, la vanità e l’irragionevolezza e l’immaginario. Misero me, è vano, è un nulla anche questo mio dolore, che in un certo tempo passerà e s’annullerà, lasciandomi in un voto universale, e in un’indolenza terribile che mi farà incapace anche di dolermi

    (G. Leopardi,Zibaldone di Pensieri)

    Ti cacceranno, agonizzante, nell’angolo più puzzolente dello scantinato: buio, umidità... Morirai: ti raccoglieranno alla svelta, con mani estranee, con brontolii, con impazienza; nessuno ti benedirà, nessuno sospirerà per te, penseranno solo a sbarazzarsi di te al più presto»

    (Memorie dal sottosuolo, Dostojesky)

    Sapevo che quasi mai le donne muoiono all’improvviso. Infatti sono morta un po’ alla volta. Ho tenuto per molti anni il cuore tra le mani, l’ho guardato, l’ho riscaldato col respiro. Avevo il cuore e i vermi sulle mani. Da quando persi mio figlio fu la morte il resto della mia vita.

    (Franco Arminio - Cartoline dai morti)

    Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto.

    (F. Nietzsche – La nascita della tragedia)